Il pesce d’aprile… è scappato!
Un trucchetto per ingannare ogni palato
Come abbiamo più volte avuto modo di raccontare, le origini della cucina salentina sono quelle di una cucina povera, attenta agli sprechi e ricca di “stratagemmi”.
Ed è proprio un curioso stratagemma culinario che vogliamo raccontare oggi: la storia del pesce scappato.
In passato, per la stragrande maggioranza delle famiglie del territorio non era possibile acquistare il pesce, a causa dell’elevato costo, tuttavia la voglia ed il bisogno di assaporare il mare conquistava tutti.
Così le mamme, le nonne, le massaie utilizzavano un piccolo trucchetto capace di ingannare ogni palato: preparando i “paternosci” con il pesce scappato.
Ma cosa sono i “paternosci”?
Sono dei semplici tubettini corti, che prendevano questo nome in quanto molto spesso venivano utilizzati per creare dei rosari e recitare di conseguenza il “Padre Nostro”.
Questi paternosci erano poi conditi con una semplice salsa di pomodoro aromatizzata al pesce. In fase di cottura, infatti, alla salsa di pomodoro veniva aggiunta una pietra di mare, che ne rilasciava il profumo e chi la assaggiava aveva la sensazione di mangiare una pasta con il pesce: un pesce in realtà inesistente e si diceva fosse scappato!