L’irriverente storia dei “cecamariti”
Non tutti sanno che il 10 Febbraio ricade la celebrazione della Giornata mondiale dei legumi, alimento principe della cucina tradizionale salentina.
Così fanno capolino nella testa tutti quei sapori che siamo stati abituati a gustare nelle case delle nostre nonne, e sembra quasi di tornare indietro nel tempo se pensiamo a tutte le ricette, a base di legumi, che ci venivano proposte.
Tra tutte, la ricetta più rappresentativa di questa tradizione contadina salentina è senza dubbio quella dei “cecamariti”, in quanto si sa che le pietanze, che con maggiore abbondanza si trovavano sulle tavole, erano legumi e verdure.
Accadeva così, che ogni giorno le donne preparassero ai propri mariti, di ritorno dai campi, un legume diverso dentro le “pignate” (contenitori di terracotta di varie dimensioni, indicate per la cottura lenta e naturale vicino il fuoco).
Si racconta che il lunedì era il giorno dei piselli gialli con “lo spunzale” (cipolla salentina), il martedì della pasta “a sciungi brodu”, il mercoledì delle “fae nette e cicore”, il giovedì degli gnocchi con il pomodoro, il venerdì dei legumi. E poi il sabato il tanto atteso giorno dei “cecamariti”, che altro non era che un piatto mix di tutti gli avanzi (la cosiddetta crianza) dei precedenti giorni della settimana con l’aggiunta del pane raffermo fritto.
Una pietanza dunque frutto del sapiente “recupero” del cibo, che le donne proponevano ai loro mariti come nuovo piatto, ma che altro non era che una riproposizione di ciò che restava sulla tavola nei giorni precedenti.
Quanto bastava per “accecare” di rabbia i mariti, che si aspettavano di mangiare altro, ma in realtà scoprivano di essere stati raggirati dalle proprie mogli.
Da qui il nome della ricetta che oggi è stata riscoperta e valorizzata in tanti ristoranti per le sue proprietà nutrizionali, ma anche perchè strettamente legata al tema del recupero alimentare, inteso come lotta allo spreco.
La ricetta
Prendere i legumi, immergerli in acqua fredda e aggiungere il sale. Strofinarli con il sale fino a quando la buccia non si staccherà. Una volta “ripuliti” dalle bucce, metterli in una pentola con acqua fredda e cuocerli.
Nel frattempo preparare delle polpette con pane da consumare, non necessariamente fresco. Se si vuole insaporirle e dorarle, basta friggerle in una padella con dell’olio.
Una volta cotti i legumi (dopo un paio d’ore), aggiungere le polpette di pane, fritte o non, nel piatto e servire in tavola.